C’è stato un momento in cui il vostro umile relatore non disponeva di una vita propria. Diviso tra una sanguisuga dell’anima e un cuscino di sogni.

Come un eroe d’altri tempi, un novello Orlando, per così dire, (quello furioso… Ariosto, non Wolf) ha compiuto un’impresa epica sconfiggendo i propri demoni, quelli altrui e alcuni demoni appartenenti a gente irriconoscente. Ritrovandosi alfine libero di rimirar le stelle con speranza e progetti per il futuro.

Fuor di letteratura le avventure sono sempre imperfette. E il vostro Orlando ha fatto una quantità di errori e ruzzoloni, che a farne un elenco se ne ricava il volume M-Z delle pagine gialle.

Una cosa però l’ha azzeccata al primo colpo. Si è fermato a SLAM.

 

Didascalico e diretto, da qui continuo in prima persona, per ridurre le distanze tra lettore ed emozioni.

Stavo cercando di costruire qualcosa che non c’era prima, di offrire di più al teatro e ai miei clienti , di fare rete e … avevo un milione di idee, poche buone e pure quelle confuse. E avevo una enorme inerzia da vincere, a braccetto con il terrore di non essere in grado di andare avanti.

In questo stato d’animo ho incontrato Ciccio Rigoli.

Stavo avviando una collaborazione con Matteo Galliano, vulcano di idee e sommelier extraordinaire, e Matteo ha visto quello che non abbiamo visto né io né Ciccio, o forse ha avuto solo culo, associando nella mente persone che fanno cose sul palco e poi altre giù dal palco.

Matteo invece è uno in gamba e la fortuna centra poco.

Incontro Ciccio nella sala riunioni di SLAM, il co-working della cultura che fattura, e lui mi spiega come ha reinventato l’idea del co-working, integrando e compenetrando poesia, formazione, comicità, public speaking, spettacolo, networking, qualcosa-che-ha-a-che-fare-con-il-caffè, teatro, editoria e magia.

Credo di non aver esattamente pensato subito  qualcosa di razionale, ma ero colpito.

Subito dopo sono abbastanza certo di aver esposto, al meglio delle mie capacità dialettiche, il mio progetto di business: strano cocktail di teatro, formazione, impresa, team building, crescita personale e professionale per me, per chi si affida a me e per Teatro dei Lupi.

Credo che nemmeno Ciccio abbia davvero pensato qualcosa. Probabilmente siamo rimasti entrambi a guardarci sperando che l’altro potesse raggiungere i propri sogni.

Ero stanco quel giorno: ero sveglio dalle 5.30, avevo rimbalzato in metro e a piedi come una palla da flipper. Avrei concluso quella riunione e sarei corso a finire di scrivere uno degli spettacoli che NON è andato in scena, in questa stagione sgangherata e senza senso.

Prima di alzarmi nella mia mente si è palesata l’immagine dell’open space, appena oltre la porta della Red Room -la sala riunioni di SLAM si chiama così-. La sala dei co-worker tutta bianca e rossa e nera. Gente che lavora, freelance che picchiano tasti su tastiere, che trascinano immagini, cursori e icone, che disegnano. E ridono. E giocano. E moltiplicano la propria passione. E dividono ogni rogna e ogni preoccupazione. E fanno lavori diversi, ma non così tanto alla fine.

Ero troppo stanco per pensare, quindi devo aver parlato con l’anima: “quanto costa il noleggio di una postazione?” Teatro dei Lupi in quel momento, prima ancora della risposta di Ciccio, prima della firma di un contratto vero con SLAM, ha trovato la sua casa a Milano.

Qui abbiamo provato spettacoli, abbiamo girato video, abbiamo scritto monologhi, perfezionato i testi, fatto offerte, stampato fatture, ricevute, sollecitato pagamenti. A SLAM abbiamo trovato quello che io definisco un nido. Un gruppo di amici che si raccolgono gli uni sugli altri, proteggendosi, consigliandosi a vicenda e aiutandosi.

L’idea di SLAM nasce nel 2016, per dare ai freelance della cultura, dello spettacolo e dell’editoria un posto dove lavorare e soddisfare le proprie peculiari esigenze.   Nel 2017 SLAM viene presentato al Laboratorio Formentini per l’editoria, a Brera, risultato di una cordata di coraggiosi, di un crowdfunding e della determinazione di Ciccio. A 150 persone viene spiegato il progetto e poche settimane dopo, all’inaugurazione della sede di via Ariberto 21, ce ne sono 250, di persone, a brindare l’inizio di un cambiamento.   I primi co-worker, gli Slammers, arrivano a gennaio 2018 e prende vita uno spazio dedicato alle professioni della creatività.

E siccome Ciccio Rigoli è poeta nel 2019 nasce SLAM Factory, agenzia di poetry slam.

Il Poetry Slam, in pratica, è un format divertente e accessibile per diffondere la poesia: come a dire un format per chi ha fame di poesia e non lo sa ancora… Vedi alle volte le affinità…

SLAM non si ferma, cresce, affitta gli uffici e le postazioni, moltiplica i servizi per gli Slammers, offre formazione e caffè, consulenza e supporto, aria condizionata, internet e un divano comodo in sala relax, le brioche calde il lunedì mattina, la pizza il venerdì, i corsi dei coworker promossi con poster bellissimi, la bacheca che mescola sciocchinerie frivole e annunci di spettacoli, mostre e iniziative.

 

E gli Slammers sono sempre di più. Professionisti della cultura e della comunicazione che si ritrovano nello stesso spazio, mangiano insieme, lavorano al 300% della produttività. A SLAM scoprono occasioni per collaborare tra loro, suonare insieme, bere gin tonic a fine giornata e farsi venire le idee migliori dopo un aperitivo degenerato in cena e karaoke.

SLAM: La cultura che fattura. E che si diverte e ama e si appassiona. La cultura che si ribella e si incazza, ma resiste e non molla. La cultura dei 600 euro. La cultura degli artisti che ci fanno tanto divertire.  La cultura delle passioni che cambiano la vita. La cultura della controtendenza. La cultura timida e d’acciaio. La cultura che va avanti perché ricorda cosa abbiamo alle spalle. La cultura che non sta zitta e non si accontenta. Che si reinventa e rinasce sempre, come una fenice che non brucia, perché non fa male, solo bene, eppure brilla, nel buio dell’indifferenza. La cultura di SLAM. Il 31 Agosto SLAM chiuderà. Non ci sono parole migliori e più accorate di quelle di Ciccio per descrivere il perché. E meno male che le ha lui le parole perché noi abbiamo solo il cuore in pezzi.

[dalla NL di SLAM – 30 Giugno, 2020- Una Mail che speravo di non mandare] “Ciao Ciccio, ci abbiamo provato,

è stato bello, ma purtroppo niente, non ce la facciamo. Il 31 Agosto chiuderemo lo spazio di coworking di Via Ariberto 21. Ci abbiamo creduto fino alla fine, ma davvero non è possibile andare oltre. La riduzione degli spazi, la contrazione del lavoro, la difficoltà di avere abbastanza corsi con abbastanza persone, senza considerare la possibilità di una eventuale seconda ondata e l’incertezza del futuro (Cosa fare se c’è un caso di Covid all’interno del coworking? Chiudere? Per quanto tempo? Basta sanificare?), insomma, per il momento chiudiamo qua. Onoreremo i contratti stipulati e continueremo fino all’ultimo giorno a fornire il miglior servizio possibile a chi ci ha dato fiducia e a chi continua ogni giorno a venire a lavorare qui. Abbiamo costruito negli anni uno spazio in cui si sono create relazioni, occasioni di lavoro e tante amicizie. Siamo riusciti ad attrarre persone che hanno reso SLAM un posto fenomenale. Come diciamo spesso, ognuno ha i clienti che si merita. Noi abbiamo avuto i migliori clienti che potessimo desiderare.”

SLAM chiude, ma quello che SLAM ha rappresentato per i fortunati che ci hanno lavorato dentro, è vivo e ha ancora tanto da dire. Le collaborazioni che sono nate qui, l’amicizia, le risate, la mitologia assurda e dissonante che abbiamo costruito qui, la rete di sostegno e supporto, gli abbracci. SLAM vive in tutto questo, in tutti noi, che ce lo portiamo addosso come un tatuaggio.

La Cultura che Fattura, è pura bellezza e salverà il mondo. Perché è bellezza contagiosa. Tutti gli SLAMMER ne sono infetti, come chi vi scrive queste righe.La porteranno ovunque, questa bellezza, e infetteremo altre persone ignare e inconsapevoli.

SLAM chiude, ma non si ferma qui. Tieni gli occhi aperti, lettore: perché SLAM è in giro.

È sui muri tra un graffito e l’altro. È sui social tra un gattino e uno strillo della Meloni. È sussurrato durante gli aperitivi a distanza sociale, è nel cielo e per le strade, è tra una nota e l’altra, stonate entrambe, dell’ambulante al sottopasso di Cimiano. E’ tra un verso e l’altro, è nel suono del Banjo e dell’ukulele, è nella risata di tutte le risate del mondo, è in uno zaino color puffo, è nei capelli ricci, pochi e tanti, negli occhiali a specchio, è stampigliato su una carta platinum exclusive che non esiste, è nel dondolio del braccio cigolante di un gatto cinese, è in ogni tazza e tazzina fumante, nei cestini fatti canestri,  nei maiali di carta strappati a due a due.

È ovunque, SLAM, vive ed è là fuori a cambiare il mondo.

Ancora. Per sempre.

I nostri

Artisti

TdL nasce come network di collaborazioni: con l’intento di appoggiarsi alle migliori figure professionali, le più adatte per ogni progetto. Ma quando incontri un talento, quando sei accanto a persone tanto brave in quel che fanno e tanto affini al tuo modo di vedere le cose… allora è il momento in cui la collaborazione diventa stabile, in cui smetti di cercare, perché sai che il meglio che puoi trovare per qualunque progetto sono loro.

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Bianca Balconi

Nata nel 1998. Approda ad Accademia09 con un percorso di formazione attoriale già avviato presso Teatro Officina. Partecipa a diversi spettacoli e viene selezionata per numerosi lavori in video, sia connessi al proprio percorso formativo sia indipendenti. Sua è la voce suadente di Moira, ne IL PEGGIO, suoi gli sguardi languidi e la fragilità, la tenerezza nascosta dal velo della seduzione. L’abbiamo vista lavorare su pianti e risate con una serietà ed una naturalezza fuori dal comune… e sappiamo che può fare tutto ciò che vuole.

Giulietta Rattegni

Classe 1997, ma soprattutto classe… Viso pulito, sguardo che passa dal ghiaccio al fuoco con scioccante semplicità. Appassionata da sempre di cinema e teatro sta perfezionando la propria preparazione con il Master in Accademia09 e con svariati seminari tenuti da maestri nazionali ed internazionali. Ha già lavorato in produzioni teatrali (regie di Enrico Ballardini e Margot Sikabonyi) e video. Ne IL PEGGIO è Candice, personaggio forte, complicato e dolce che in Giulietta trova un volto sorridente, e un po’ folle.

Lorenzo Di Donato

28 anni nel 2019, diplomato presso Academia09 è subito richiesto per molti lavori in teatro, cinema televisione e web. Di tutte le proposte, per primo sceglie sempre il teatro, il primo e più grande amore. Sale sul palco con onestà e con una naturalezza sfacciata, tutta sua, che rende veri e vulnerabili i personaggi. Ha lavorato tra gli altri con Stefano Fiorentino, Luca Pasquinelli, Valeria Lumaca, Thomas Bogliotti, Michele Giuriola. Per Teatro dei Lupi ha costruito, un pezzo dopo l’altro, il complesso mosaico di Adam, ne IL PEGGIO.

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