2020 Odissea nell’on-line

Il settore degli eventi, duramente colpito dalla pandemia, ha spostato gran parte della propria attività online. Concerti, spettacoli, congressi e fiere di settore, dopo un comprensibile periodo di rodaggio, hanno iniziato ad affollare le nostre pagine social nel corso del 2020.

È stato l’inizio di un cambiamento epocale che riguarderà tutte le occasioni (di svago così come di lavoro) in cui una volta eravamo soliti assembrarci senza particolari scrupoli.

Organizzatori, aziende e semplici fruitori hanno iniziato a sperimentare gli incredibili vantaggi portati dall’online: riduzione dei costi, maggiore flessibilità per gli organizzatori e maggiore accessibilità per gli utenti.

Gli eventi online avverranno anche a pandemia finita proprio perché tagliano significativamente i costi per l’organizzazione. Tuttavia, il focus delle sperimentazioni che hanno interessato tutti gli eventi nel corso del 2020 non era la una riduzione dei costi ma, come si può ben immaginare, la ricerca di una fruizione alternativa dell’evento live attraverso la creazione di nuovi format digitali. In quest’ottica gli esperimenti più interessanti sono stati il concerto di Travis Scott in diretta su Fortnite e il concerto di Kylie Minogue in diretta AR (Augmented Reality) su Instagram.

Ma perché ci stai parlando di Travis Scott e Kylie Minogue? Ci stiamo arrivando.

Trailer del concerto di Travis Scott del 24/04/2020

Dalla drammaturgia alla sistematurgia: una rivoluzione in atto?

Il teatro, insieme a tutti gli altri luoghi dove eravamo soliti esercitare l’antica arte dello stare insieme, è stato costretto ad un allontanamento. Esiliato in schermi di varie dimensioni, è stato spinto a generare un nuovo linguaggio compatibile con il digitale.

Diverse istituzioni teatrali hanno reso gratuito l’accesso al proprio archivio digitale e diverse compagnie hanno organizzato spettacoli su Zoom e altre piattaforme di live streaming. Hanno fatto di necessità virtù: vista l’impossibilità di accogliere lo spettatore in sala, sono andati a trovarlo nell’intimità di casa sua.

È stato qualcosa di rivoluzionario? A parere di chi vi scrive, è stato un primo passo verso un qualcosa di nuovo.

Come fa notare Anna Monteverdi:

Teatro e digitale si stanno ibridando… dando vita a quello che si può definire, prendendo a prestito un termine dalla biologia, un teatro-chimera, un teatro dal doppio codice genetico caratterizzato da un libero nomadismo e mimetismo dei linguaggi.

Ci si sta muovendo inesorabilmente verso una compenetrazione di linguaggi artistici ed espressivi, di cui il digitale è solo uno (decisamente il più recente). Le possibilità drammaturgiche, ovvero il modo in cui le storie possono prendere vita ed essere portate al pubblico, sono state accresciute al punto tale che forse non si può più parlare di drammaturgia ma di sistematurgia (termine coniato dall’artista catalano Marcel·lí Antúnez Roca).

Quanto di tutto ciò è stato accolto in Italia?

Vassily Kandinsky, precursore e fondatore della pittura astratta

Per un teatro multimediale in Italia: la nostra esperienza

L’ambiente teatrale italiano, ricco di storia e tradizione, è stato messo con le spalle al muro dalla pandemia e dunque costretto a ‘piegarsi’ al digitale. Ma invece di accogliere lo stop forzato come un’occasione per pensare nuove forme di produzione e nuovi linguaggi, perlopiù ci si è limitati in gran parte a trasporre gli spettacoli live in diretta streaming.

Il Covid-19 ha colpito, i teatri hanno reagito. Lo hanno fatto nel migliore dei modi? Può essere sufficiente, davanti a delle chiusure forzate, trasporre in formato digitale dei contenuti pensati per una fruizione dal vivo?

In un’ottica di breve termine, offrire dei contenuti via Internet ha supplito in maniera parziale alla chiusura delle sale. La sfida che tuttavia è stata lanciata non riguarda la ricerca di nuove forme di ‘sbigliettamento’, ma nuove forme di accoglienza. La grande domanda lasciata senza risposta è la seguente: che cosa è stato fatto per gli spettatori?

Noi abbiamo provato a rispondere. Nel pensare il nostro Sbardatello – Enrico VI, una lezione-spettacolo online, le domande che ci hanno mosso nello scrivere il progetto e la drammaturgia sono:

  1. In che modo questo spettacolo può essere rilevante per chi vi assiste?
  2. In che modo la tecnologia può potenziare la messa in scena?

Locandina dello spettacolo Lo Sbardatello
Locandina dello spettacolo Lo Sbardatello

Ne è venuta fuori una lezione-spettacolo, trasmessa in diretta Zoom il 26 febbraio 2021. Nel rispetto del testo originale del Bardo, abbiamo utilizzato la tecnologia per coinvolgere gli spettatori, restituendo loro un’esperienza diversa da una rappresentazione live ma che non ha niente da invidiarle.

In altre parole, abbiamo cercato di rispettare il messaggio originale dell’autore adattandolo ad un media diverso da quello in cui si è soliti collocarlo. Abbiamo provato a orchestrare un incontro d’amore tra testo scenico e strumento multimediale.

Da un’assoluta prevalenza del messaggio sul media operata dal teatro tradizionale e da un’assoluta prevalenza del media sul messaggio operata dalla comunicazione commerciale (cfr McLuhan “The medium is the message”), la direzione da intraprendere per un teatro multimediale è un’ibridazione che, senza operare una fusione, riesca ad esaltare le caratteristiche intrinseche di entrambi.

L’Arte è eterna, ma il mezzo attraverso il quale Essa si manifesta è figlio di un tempo che merita di essere esplorato e compreso.

Opera d'arte di Steve Johnson
Opera d’arte di John Lee – Unspash

Considerazioni finali: il teatro in presenza morirà?

Non esiste una risposta univoca e onesta circa la sopravvivenza del Teatro come eravamo soliti concepirlo (ovvero in presenza). Questo articolo non è un necrologio, né tantomeno un manifesto artistico del teatro che verrà. In verità, lo scopo di queste riflessioni non è fornire delle risposte, ma lasciare delle domande. Prima di metterle nero su bianco, ritengo opportuno fare delle precisazioni.

Il Teatro è una forma artistica che esiste da quando l’uomo ha iniziato ad avvertire il bisogno di raccontare attraverso la parola la propria storia. Tale rito per compiersi richiede tre elementi: un attore-narratore, un pubblico, uno spazio. L’incontro di questi tre elementi per compiersi richiede un’aggregazione sia fisica che spirituale di persone. Quest’ultima non può avvenire se non in presenza.

Il teatro multimediale è una forma artistica che sta nascendo ed è in attesa di una denominazione più propriamente sua. Ottenuta la quale, avrà un’identità propria distinta dall’eredità lasciata sia dal Teatro che dai mass-media. A questo punto le domande da porsi sono:

  1. Quali strumenti adotterà il teatro multimediale per emanciparsi?
  2. Quali linguaggi utilizzerà?
  3. Tra gli elementi che lo caratterizzeranno, riprenderà il valore civico-politico del teatro o potenzierà aspetti legati alla pubblicità e all’intrattenimento come già succede su altri mezzi espressivi?

Come spesso accade in ambito culturale non ci sono certezze. Ed è questa incertezza che ci spinge ogni giorno a scavare un po’ più a fondo dentro di noi per diventare narratori migliori delle nostre storie.

Giorgio Matta – Editoriale 18-05-2021

 

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