La mattina del 30 ottobre si sono riuniti i lavoratori dello spettacolo, per protestare pacificamente contro le ultime misure restrittive. Eravamo in tantissimi, nelle piazze di tutta Italia, tranne Genova dove l’autorizzazione alla manifestazione è stata negata.
Quanto segue è un futuro di fantasia. Forse…
Prologo: immaginate un domani che sia domani per tutti
Immaginate un sogno. Un incubo. Un futuro.
Immaginate domani, ma domani davvero! Voglio che immaginiate l’inizio di questa storia proprio il giorno seguente al momento in cui la leggerete.
Immaginate quindi che in quel giorno, tutto il mondo del teatro decida che è ora di dire basta.
Immaginate che tutte le persone che campano di teatro si alzino e si dicano, le une con le altre, che non ci sono più i termini per delle richieste pacifiche e per il dialogo.
Tutti, proprio tutti. Attori, drammaturghi, tecnici, sarti, maschere, organizzatori, produttori… Tutti, ambosessi, stufi e stufe di essere considerati hobbisti disadattati; di non avere un welfare degno di questo nome; di lavorare in un settore non regolamentato, senza tutele e ora, dichiarato ufficialmente dall’ultimo DCPM non essenziale. Forse nemmeno importante. A malapena esistente. Immaginate che decidano di organizzare una sommossa, una vera. Tutti insieme. Immaginate che i teatranti si organizzino. Immaginate che, finalmente uniti nell’esasperazione, passino all’azione.
Primo atto: i figli di Jago
Si coordineranno sui gruppi di facebook. Quelli come Amanti del teatro, Teatro che passione, Per un teatro contemporaneo … Lo faranno pubblicamente, impunemente e davanti a tutti. Tanto i post e le discussioni di quei gruppi li leggono solo loro.
I meno radicali premeranno per uno sciopero. E sarà chiaro subito a tutti che non è proprio la mossa migliore: dopotutto i teatri sono già chiusi e le scuole di teatro che osano stare aperte, con i corsi via zoom o in presenza, ma distanziati e mascherinati, non mancheranno a nessuno.
I più radicali allora chiederanno una vera ribellione. Ma sono persone di cultura, mica militari. Fosse l’esercito a essere trattato a pesci in faccia, ci aspetteremmo le cariche sui civili e una nuova breccia di Porta Pia. Fossero le forze dell’ordine a essere considerate non essenziali avremmo tutti sentore di un imminente attacco al parlamento, alla Guy Fawkes.
Ma che minaccia può venire da un tecnico luci? Spegne gli spot in ritardo? E un attore cosa può fare? Inizia un monologo e poi non finisce?
Discutendo, a lungo e animatamente, i teatranti formuleranno un piano diabolico e geniale. Sofisticato. Di precisione chirurgica. E per metterlo in atto, sarà costituita la società semisegreta del teatro, battezzata con l’evocativo appellativo “I Figli di Jago“, o FDJ, per brevità.
Gli storici del futuro scriveranno di un tal Guido Turretta, avvocato con ufficio in Marostica, che, in un giorno di noia, si mise a leggere i gruppi di teatro per stalkerare la sua ex. Qui intravide gli scambi di idee dei teatranti e si insospettì. Intuì quello che stava per accadere nelle forme, se non nei dettagli.
Tuttavia, sfiancato dal continuo, ossessivo e sfacciatamente corretto uso dei congiuntivi, l’avvocato lasciò cadere l’interesse. Poteva essere un eroe, invece passerà alla storia come colui che avrebbe potuto impedire il golpe e non lo fece.
Ricostruzione con licenza artistica del volto dell’Avvocato Turretta.
(in realtà … Ph. Credit https://unsplash.com/@krivitskiy)
La prima mossa dell’ FDJ sarà infiltrare gli attori in parlamento: prenderanno il posto di quei deputati e senatori, sia di destra che di sinistra, notoriamente etichettati come assenteisti.
Nessuno baderà all’occasionale presenza di Antonio Angelucci, Adriano Cario o Tommaso Cerno. E poi in fondo nessuno ricorda bene i lineamenti, ad esempio, di Maria Elisabetta Alberti Casellati. Basterà trovare un’attrice con corporatura affine, un adeguato guardaroba, trucco e parrucco e voilà!
Parallelamente all’occupazione occulta del parlamento, si muoveranno i direttori artistici e i proprietari dei teatri, annunciando, uno dopo l’altro, la chiusura.
FDJ, programmerà le chiusure in modo da non creare sospetti. Ma inesorabilmente, tutte le sale teatrali dichiareranno di non farcela più,
I teatri, diranno erano pazienti a rischio, con patologie pregresse, e il COVID li ha uccisi.
Le richieste troppo a lungo negate renderanno assolutamente credibile la chiusura dei teatri (in realtà, un’altra immagine dalla manifestazione del 30 ottobre ’20)
Ci sarà un grande scandalo. Interverranno, con parole forti e accorate, tutti i soliti big vip: Benigni e Paolo Rossi, Cristicchi e Pierfrancesco Favino. Quest’ultimo, in realtà, affiliato FDJ.
La notizia avrà straordinarie eco internazionali. I titoloni si rincorreranno:
Italia, paese senza più Teatro,
La culla della cultura mutilata.
La peggior tragedia dopo i marò!
La pericolosa attenzione mediatica sarà uno sguardo indesiderato sulle attività golpiste, ma, per fortuna, cesserà in poco più di 3 ore, spazzata via dalla sconvolgente notizia dei Ferragnez, entrambi, positivi al tampone.
Nel frattempo, i direttori dei teatri, di cui tanto nessuno ricorda mai il nome, costituiranno un partito politico tutto nuovo. Nel 2020 in Italia (dati di febbraio) ci sono 14 partiti rappresentati in parlamento e 13 senza seggi, più un imprecisato numero di movimenti e gruppi: uno in più uno in meno chi vuoi che se ne accorga.
Gli spazi teatrali, rimasti vuoti, saranno riconvertiti ad attività produttive. Roba importante, di rilievo nazionale! Aziende importanti per la nostra bella Italia che lavora. Insomma, diverranno sede di imprese di cui si possa dire prioritario per l’economia nazionale.
Tutti gli ex-teatri diverranno quindi, formalmente, impianti per l’assemblaggio di sorprese Kinder.
Secondo atto: spionaggio e carboneria
E qui, la svolta geniale. La chiave di volta del progetto FDJ. La lunga sequenza degli inganni, ormai in pieno corso, qui trova il suo capitolo cruciale e più delicato.
L’assemblaggio di mini-giocattoli da ovetto sarà una facciata, un velo d’illusione, un paravento dietro il quale i teatri non cambieranno di una virgola: resteranno i ribaltabili in velluto, il palco, l’amplificazione e le luci fissate sulle americane con i bulloni a farfalla.
Tutto resterà come e dove era prima. Pronto a ripartire, foss’anche sotto le mentite spoglie di una grande, meravigliosa bugia mediatica. Una menzogna necessaria e grottesca. Una narrativa fittizia, concepita da tutti gli autori e drammaturghi e storyteller in un meraviglioso lavoro a mille mani.
Verranno fatti circolare, in una trapelazione artificiosamente spontanea, filmati fittizi di telegiornali stranieri, prodotti in set ricavati in tutte le sale prova inutilizzate d’Italia. E ci saranno veline battute da agenzie di stampa autorevoli, finte anch’esse. E ci saranno foto, video, registrazioni audio e messaggi whatsapp tutti costruiti a tavolino.
Una mole di informazioni fasulle, coordinate tra loro per raccontare all’Italia una storia trasversale e accettabile da tutti: abbastanza inverosimile da accattivare negazionisti, no mask, no vax, terrapiattisti e rettiliani e sciechimicisti, ma anche abbastanza attendibile e autorevole da convincere i più razionali.
I teatranti racconteranno a tutta Italia che esiste una cura per il COVID. Una cura accessibile, sicura, facile, presentata da saggi, fasulli, ovviamente, scritti da prestigiosi istituti di ricerca in paesi lontani e riconfermati da assessments e papers, falsissimi, dell’imperdibile università dello Utah.
Gli articoli in merito suoneranno più o meno così:
Straordinari risultati nella lotta al COVID tramite partecipazione alle visite guidate nei siti di assemblaggio delle sorprese Kinder!
Gli studi dimostrano una immediata riduzione dei sintomi e, dopo due sole visite, un abbattimento significativo della carica virale. I ricercatori frenano l’ottimismo: “non siamo ancora in grado di dimostrare che sia una soluzione definitiva. Potrebbero essere necessarie ripetute somministrazioni!”
I giornalisti, ingolositi dallo scoop e troppo pigri per verificare, urleranno al miracolo e rimbalzeranno la notizia su tutte le piattaforme.
I complottisti scandalizzati ribatteranno NON CIELO AVEVANO DETTO!!!
Il governo si affretterà ad una nuova conferenza stampa in cui il premier, finalmente smascherinato, mostrerà il suo volto sorridente ai giornalisti: “garantiremo per tutti gli italiani accessibilità alle visite guidate!”
L’opposizione bacerà i rosari. I leader religiosi ringrazieranno ciascuno il proprio mistico superiore. Blogger, Vlogger, Influencer e opinionisti commenteranno tutti con stile, ma nessuno oserà negare quella che per tutti sarà un dato di fatto.
Con sarcastica fiducia nell’Italico raziocinio, l’FDJ avrà costruito ad arte migliaia di profili e gruppi fasulli, incaricati di confutare l’efficacia della profilassi. Saranno account autorevoli, che metteranno in evidenza l’assurdità di una cura che non prevede alcuna somministrazione, alcun farmaco, nessuna terapia e nessun trattamento.
Immediata sarà allora la risposta del popolo social :
Uomini senza fede! Questa cura è la risposta di Dio alle nostre preghiere!
La Kinder ci ha purificato dai metalli pesanti
Mio cugino di Martinengo ha visto coi suoi occhi gli ovetti
Nel frattempo gli attori infiltrati in parlamento creeranno un continuo caos, un ronzio di fondo che estenderà l’impasse a tutti i lavori della politica di professione.
Terzo atto: i salvatori dell’italico suolo
Voteranno qualunque legge, qualunque mozione, qualunque emendamento sempre, comunque e costantemente accazzodicane. Si prodigheranno in interventi senza senso, ma così ben costruiti e così ben esposti da raccogliere successi eclatanti e polemiche infinite. Passerà alla storia Filippo Timi, eroe della rivoluzione, che arringa il Senato, in toga e corona d’alloro, con l’orazione funebre per Cesare, Amici, Romani, Concittadini…
Il nuovo partito degli ex-direttori e proprietari dei teatri chiederà e otterrà, di imporre alla popolazione le visite agli assemblaggi Kinder. Per il bene dell’Italia Strilleranno Per il futuro! Per i nostri figli!
Conte potrà solo cedere alle pressanti insistenze del partito degli ex direttori e proprietari di teatro, ed emanerà un ennesimo Dcpm, con cui sanzionerà l’obbligo a recarsi ogni settimana in visita ad un sito Kinder.
Entreranno nelle fabbriche pagando un contributo d’ingresso di 12 euro (per l’assicurazione, sarà detto), ci sarà l’esercito nelle strade per controllare gli schiamazzi, la polizia a regolamentare gli ingressi, vigli urbani a sbigliettare e polizia locale, mescolata al pubblico in borghese, per controllare eventuali sobillatori.
Gli italiani entreranno in questo ambiente magico, che i più non avevano mai visto, e siederanno al buio in perplessa attesa.
Saranno ancora distanziati, vista la natura sperimentale della cura. Prenderanno posto sulle poltroncine e assisteranno all’assemblaggio delle sorprese. E senza saperlo, saranno a teatro.
Lavoratori delle fabbriche Kinder in protesta per il carico di lavoro.
O, in realtà, manifestanti in piazza a Milano il 30 ottobre 2020
Non mi stancherò mai di veder assemblare la Casa di Bambola
Non ho mai trovato l’ovetto con Godot
Bello il fazzoletto del modello Mirandolina! Ma è solo per bambine?
Ah! La collezione grandi Re… Mio figlio li ha tutti! Lear, Caligola…gli manca solo l’introvabile Ubu
Sedotti dal subdolo inganno, gli italiani andranno a teatro tre volte a settimana. Non lo chiameranno teatro, ma in fondo, che cos’è un nome? Quella che noi chiamiamo una rosa, con qualsiasi altro nome, profumerebbe altrettanto dolcemente. No?
Più spettacoli vedranno, più sentiranno risvegliarsi la curiosità, la voglia di essere migliori, di saperne di più, di riflettere e partecipare, di essere coinvolti.
Inizieranno a riflettere sul mondo che li circonda, sulle persone che hanno accanto e sui rapporti che legano ogni essere umano indissolubilmente al destino degli altri esseri umani. Scopriranno che ci sono fabbriche dove si assemblano sorprese originali, mai viste prima e affineranno i propri gusti, discutendone e confrontandosi.
Sentiranno il bisogno di tornare, anche oltre le imposizioni del governo. Perché non si sa mai! Magari sono asintomatico e diverrà un’abitudine.
Come si presenta la fabbrica, prima dell’assemblaggio
Le coppie di fidanzatini dirette in fabbrica, si giocheranno a morra se andare a vedere il Kinder d’amore o quello intrigante di ricostruzione storica. I genitori litigheranno con i bambini che vorrebbero veder il Kinder del Giorno della Memoria, ma c’è scritto su internet che sono sorprese sconsigliate ai minori di 16 anni. Mentre gli insegnanti delle medie porteranno le classi in visita alle sorprese Brecht, per spiegare gli orrori del nazismo.
E se qualcuno si ammalerà lo stesso si dirà che non ci credeva abbastanza. Che non prestava attenzione. Che scartava le caramelle frizzanti facendo rumore, o teneva il cellulare acceso, oppure entrava in fabbrica ad assemblaggio iniziato.
Poi a un certo punto troveranno un vaccino, o magari il Covid-19 sparirà come la peste nera e l’influenza spagnola prima di lui. A quel punto, ritrovata la stabilità, ci saranno, inevitabilmente, elezioni anticipate.
Gli italiani, ormai incapaci di credere alle panzane della vecchia classe politica, inizieranno a giudicare i candidati per la loro storia, onestà e competenza.
Il partito dell’FDJ prenderà il 94 % dei voti. E governerà un’Italia tutta nuova, in ripresa, perfino più onesta: un paese rinato, governato dal teatro, fondato sul teatro.
Avete immaginato? Riuscite a immaginare ?
Bene, finché riusciamo a immaginare c’è ancora speranza.
AC. EDITORIALE 30 OTTOBRE 2020